Baobab Adansonia digitata

Baobab, Adansonia digitata

Baobab Adansonia Digitata
Baobab Adansonia Digitata

Oggi seminerò 8  Baobab, Adansonia digitata proveniente dall’Africa. Occorrono semi, terriccio e una dose grande di ottimismo. Un seme è sempre  un investimento.

La semina non è particolarmente difficile, anzi! L’ottimismo serve solo per proiettare i pensieri in un futuro lontanissimo dove qualcuno a cui abbiamo voluto bene continui ad accudirli. Ogni seme è un buon pensiero per cui 8 semi… sarà un buon vortice di pensieri positivi; credo che sia questo il vero piacere del giardinaggio, meglio del risultato finale è la preparazione e la proiezione fantastica di quello che sarà.

Il Baobab fa parte della famiglia Bombaceae. L’ Adansonia digitata, il baobab appunto, è l’unica specie che vive in africa, le altre vivono in Madagascar e in Australia.
Il nome Adansonia gli venne dato da Linné in onore del botanico  Michel Adanson. Baobab deriva forse dall’arabo bu-hibab, frutto dai molti semi, o forse deriva da un termine dialettale africano che indica tutte le piante molto vecchie, un vero mistero la provenienza del nome, per questo albero che pare possa vivere un paio di millenni. Vegeta nella superstizione lui, un essere così generoso, che cresce dal nulla di terre povere e secche, si presta anche ad essere venerato o quanto meno circondato di leggenda. E’ la succulenta più grande al mondo e la più longeva in assoluto.
La storia che più lo ha reso famoso e simpatico è la sua sfida a Dio. Forse vedendo la faccenda da un’angolazione più umana possiamo dire che Dio si sentì sfidato e che lui era solo un povero Cristo… no, messa così sembra un paradosso, vediamo se riusciamo a venirne a capo.
Pare che dopo aver tanto sudato, è il caso di dirlo data la temperatura di Senegal e Sudan che sono le sue terre d’origine, per crescere fino a 25 metri, un giorno Dio si affacciò e lo vide. Deve essersi fatto un sacco di domande visto che intorno al Baobab era tutto desertico e lui svettava. Gli chiese se per caso lo stava sfidando. Baobab doveva essere stanco, oltre che sudato, doveva aver faticato parecchio per estrarre acqua da quella sabbia per cui pare che non abbia risposto amorevolmente, addirittura forse gli sfuggì uno sbuffo o forse una pernacchietta. Non si sa di preciso, comunque Dio si arrabbiò parecchio, lo prese con la sua manona, lo sradicò e … lo ripiantò a testa in giù!
Se Baobab fosse stato una pianta morbida, cresciuta nelle comodità probabilmente sarebbe morto, ma noi che abbiamo vissuto nelle difficoltà, prima di mollarci ci pensiamo per bene.
Intorno a lui, poveretto, a testa in giù, facevano la fila indigeni altrettanto poveretti, in cerca di semi, di fiori, perfino della corteccia per curare la malaria, era tutto un pianto.
Baobab decise che non ci poteva mollare, che fino a quando la linfa scorre, il sù e il giù sono solo opinioni, solo punti di vista, e fiorì. I fiori gli uscirono lassù che prima era il suo laggiù, fra quella che ora era la sua chioma, pur mantenendo la forma di radice.
I fiori vengono impollinati dai pipistrelli che golosissimi di polline volano da uno all’altro. I frutti sono bacche dure e fibrose, di forma allungata, possono arrivare a 40 cm di lunghezza. Si mangiano sia la polpa che i semi, e previa fermentazione se ne ricava anche una bevanda alcolica. Coi semi si produce un olio commestibile, coi frutti  un sapone.
La corteccia combatte la malaria, le foglie, secondo recenti studi, sono antitumorali… c’è tutto in albero! Non se lo poteva permettere di morire, per rispetto di chi in piena povertà, contava su di lui.

I semi mi sono stati donati da A.DI.P.A a murabilia, associazione straordinaria!  http://www.adipa.it

Prima di affidarli alla terra tengo i semi in ammollo per 24 ore, in questo modo si ammorbidisce la scorza durissima, è come simulare una stagione delle piogge, ci credono e germogliano meglio. Nascono bene tenendo umido il terriccio per qualche giorno. La crescita per i primi anni è abbastanza rapida poi rallenta. Teme il gelo e l’umidità autunnale della nostra pianura. Non mi pare sia soggetto a malattie, l’esemplare in fotografia  nato qualche anno fa è addirittura caduto dal davanzale a testa in giù ma, come il suo antenato famoso, ha ripreso a vegetare… dopo averci pensato un po’ su.

Pubblicato da

millaboschi

Sono Milla, contadina da sempre, floricoltrice da 21 anni.

16 commenti su “Baobab, Adansonia digitata”

      1. bellissimo articolo!!!! molto meno banale e più interessante, oltre che istruttivo, di tanti che si leggono sul mondo del verde… se fossi un editore ti ingaggerei subito!!

  1. Salve,non ho commenti ,ma una semplice domanda:ho messo sul terreno 20 semi di baobab,sono nati tutti,ma curiosamente le piante non sono tutte uguali,12 sono nate a foglia molto grande e kecpuantibe non superano l inverno,le altre sono a foglia piccola,sembrano foglie di carrubbo e l inverno li devo lasciare fuori perché dentro stavano seccando,appena rimesse fuori hanno ripreso vita,come mai?grazie Francesco

    1. Impossibile aiutarti senza sapere che semi sono. Succede molto spesso che arrivino “cose” strane. Occorre trovare un venditore di fiducia e tenerselo caro. Da Tailandia e Cina arrivano speso cavoletti di bruxelles al posto di hoya rarissime e kalanchoe introvabili. Su ebay 3 anni fa ho comprato 2 bustine di semi di kalanchoe gastonis-bonnieri al modico prezzo di 7 dollari ciascuna. spese di spedizione per una busta (peso meno di un grammo) 48 dollari, per due buste? 48 per 2 ovviamente ed erano infilate entrambe in una scatola da cerini e poi in una busta da lettera. Non è nato niente ovviamente, si trattava forse della rara varietà invisibilis? mi dispiace non saperti rispondere 🙂

  2. Ciao. Ho letto le tue esperienze con i baobab e, siccome mi è arrivato un Digitata che ho ordinato via internet, ti chiedo come è possibile che il mio abbia le foglie che somigliano a quelle di un peperone, piuttosto di quelle ben differenti palmate tipiche appunto del “digitata”.
    Alle mie osservazioni, coloro che me lo hanno venduto, mi rispondono che, su internet, fanno una gran confusiine tra le specie e che “Le foglie palmate si riferiscono alla varietà adansonia grandidieri. La varietà da noi venduta è digitata.”.
    GRAZIE

    1. c’è molta confusione online e visto che tutti noi attingiamo notizie da questa fonte è normale così. pochi hanno visto i baobab dal vero e spesso le cartellinature sono approssimative per ignoranza oppure in malafede.
      conviene a tutti noi ri-cominciare a frequentare gli orti botanici oppure investire in libri. Parlo in primis per me che sono autodidatta.
      che ne dici, la mia risposta è politicamente corretta? :O)

  3. Ciao io mi sono fatta portare un frutto di baobab e sta germinando tantissim, mi chiedo però come fare a capire che non è morto una volta che perderà le foglie e volevo sapere se d inverno se lo tengo in posto caldo e luminoso possa bagnarlo o no, ti ringrazio
    Anna

    1. ciao, scusa il ritardo! Se lo tieni in posto caldo ti conviene bagnarlo almeno una volta al mese, i primi due anni non ha ancora la riserva sufficiente per tutto l’inverno. Succede anche che mantengano le foglie tutto l’anno quando sono molto piccoli.
      che privilegio hai avuto!! addirittura un frutto!
      buona coltivazione 🙂

  4. Grazie , per ora sono nate 16 piantine e altre stanno per germogliare , il frutto aveva 102 semi quindi sono sicura siano veri, mi chiedo in che vaso mettere queste mini piantine che a giugno metterò fuori ( non mi arrischio prima ) PS la tua della foto è stupenda
    E mi chiedo se stinverno andrà bene tenerle a dimora in appartamento dove max 20 gradi …

    1. penso starebbero meglio in un posto più fresco, 8/10°. E’ molto utile per le piante sentire il cambio di stagione. Difficile preparare la primavera se non hanno avuto l’inverno, giusto?
      ciao ciao

  5. Ciao Milla ho bisogno del tuo aiuto, ora sono trenta e non sappiamo bene che vasi comprare e quando trapiantarle, hanno un mese di vita sono sui dieci cm e circa 4 foglie chi più chi meno , vasi stretti lunghi , vasi normali ? E ogni quanto bagnare queste giovani piantine ?

    1. io rinvaserei in primavera, anche in estate, senza fretta. Vasi normali o profondi, senza ansia, sono robustissimi. difficile dare indicazioni circa l’annaffiatura, non so in che terreno sono né che temperatura hanno ma sono certa che riuscirai a “capirli” e ad accudirli al meglio. La parte difficile era farli nascere 🙂

  6. Ciao Milla grazie, ora sono nelle bottiglie di plastica con terra mista di fiume drenante hanno un 15 cm max di terra sotto. Va bene quando le vedrò “costrette” le trasferisco , stanno in una cucina con stufa al calduccio

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