Ceropegia stapeliiformis: asclepiadacea ricadente che per andare a fiorire… si arrampica!
provenienza SudAfrica. Pianta dal fusto grigiastro picchiettato marrone, cilindrico, piuttosto pesante, che cade perfettamente “a piombo” sbordando dal vaso, senza ondulazioni e angoli. Non ha corteccia legnosa ma il colore la imita.
Dopo essere sceso così elegantemente, sobrio e compostino, il fusto all’improvviso accelera la crescita, preso dalla frenesia della fioritura, si assottiglia e comincia ad arrampicare. Diventa difficile chiamarlo stelo, visto che sarà lungo metri, ma l’aspetto e il portamento non sono più come prima! La propaggine che porterà i fiori si abbarbica anche sul suo stesso corpo. Con una specie di ripensamento torna indietro, abbaccia stretta qualsiasi cosa trovi e sale, gira intorno e va sbucare nel punto più in alto possibile. Quando non c’è più modo di salire butta i fiori, grandi fauci aperte in alta quota.
coltivazione con passione
Facilissima da coltivare e di grande soddisfazione. Colonizzerà qualsiasi superficie su cui possa approdare, tenendola in vasi appesi scenderà fino a terra e poi farà radici dove appoggia. Coltivandola in un bancale molto pieno (leggi pure molto incasinato), ho visto che vegeta allungandosi e sbordando nel lato più ombroso. Si lancia nel vuoto all’ombra di una grande nolina, vive a sbalzo sul sentiero di passaggio seguendo i movimenti dei clienti, senza rompersi perchè è flessibilissima. Poi cattura l’attenzione fiorendo…lassù, lontano almeno tre metri dalla radice.

Elogio all’imperfezione (la mia)
E’ a lei che attribuisco la responsabilità del bancale in disordine, come posso togliere rami di selenicerus secchi se le servono come appoggio? C’è un ordine perfetto nello zero manutenzione, un che di selvaggio che da valore aggiunto all’insieme. So che me la sto raccontando, ma nei periodi in cui lavoro tanto col b&b o quando le mie imperfezioni si fanno sentire, la serra è in stand by. L’insieme sembra trarre beneficio da questa specie di abbandono temporaneo.
Certi giorni posso solo permettermi di gestire le urgenze, a volte l’annaffiatura, a volte la semina o il taleaggio, faccio quello che posso e lascio il resto. Sono una persona fortunata, ho un lavoro che amo ma riesco a conservarlo solo aggiungendo lavoro extra. Le piante mi aspettano, nel frattempo crescono come vogliono e fanno di tutto per sorprendermi quando tornerò. E’ una vita che funzioniamo così, in simbiosi. Compensiamo con l’amore le mie assenze forzate. Ci sono anche giorni in cui camminare è difficile, allora vado in serra e mi siedo. Lo so che come resa lavorativa non è il massimo, ma so anche che devo essere felice per esserci arrivata alla sedia, e sono fortunata perchè lì ci sono una vista e un’energia meravigliose. Spero che siano queste le cose che sentono i clienti entrando. Sono fortunata perchè l’imperfezione mi costringe ogni tanto a fermarmi e mi ha insegnato che non sono wonder woman (avrei dovuto capirlo anche dalla misura del giro vita).
concludendo:
Ceropegia stapeliiformis non può mancare in una collezione ricadente-rampicante! Sta bene in terriccio da cactus, per coccolarla possiamo aggiungere alla miscela un poco di terriccio universale di buona qualità. Qui la mia ricetta: https://millaboschi.com/terriccio-per-piante-grasse/
talee di varie misure delle piante fotografate per l’articolo, sono in vendita in serra e nel nostro nuovo catalogo online: http://www.castellarocactus.com/catalogo-asclepiadaceae/
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ci presenti sempre delle piante affascinanti!!! complimenti!
grazie!!! io vorrei anche essere avvisata da wordpress quando qualcuno commenta! ho letto della tua iniziativa vegana…interessantissima, davvero brava
Che bello sentire il tuo racconto sulla ceropegia stapeliforme, pianta che io amo da anni na che invece coltivo con difficoltà. La tengo in terra da cactus, fiorisce non tutti gli anni, d’inverno forse non la so tenere, la lascio con le altre cactacee al freddo luminoso senza acqua da novembre a marzo. La annaffio come i cactus, acqua tanta se fa caldo, in estate anche tre volte in settimana. Boh qualcosa sbaglio. Forse troppo poco concime, quasi mai?!… tu cosa dici? Grazie! Buona serata, Massimo.
il “freddo luminoso senza acqua…” è lo stesso trattamento invernale delle mie. Io d’estate bagno al massimo una volta a settimana (non è detto sia il ritmo giusto ma di più non riesco). Il concime “mai o quasi mai” è l’ideale, allora perché non fiorisce?
Se non è sofferente per il troppo sole (è pianta da sottobosco), controllerei la porosità del terreno. Ha bisogno di terricco molto drenante, con attenzione nell’uso di terriccio universale, che di solito è troppo concimato. Se non la rinvasi da tanto, controlla che l’acqua in esubero sgrondi nel giro di pochi minuti. Se è tutto ok non ti resta che controllare lo stato delle radici, potrebbero esserci parassiti o per qualche motivo essere danneggiate. Come tentativo estremo potresti concimarla con potassio la prossima primavera per rinvigorire il tutto o “ringiovanire” la pianta facendo qualche talea. facci sapere!!!
Ciao mia carissima,la mia c. stapeliformis si è rotta,mai successo, in 3 pezzi ,come faccio le talee? quale terreno? a quale temperatura? Grazie per i tuoi bellissimi articoli che io chiamo scritturine, ma proprio ine non sono, spesso toccano corde profonde. Claudia
ciao Claudia, grazie per tutto!!!
io aspetterei la primavera per piantare la ceropegia nella terra. Se hai a disposizione lapillo o sabbia asciutta puoi usarli come supporto temporaneo, in questo modo gli ormoni radicanti scenderanno nel punto giusto per la radicazione e appena sarà pronta partirà in vegetazione. potrai poi metterla nella terra con più tranquillità.assicurati che la temperatura non scenda sotto i 7 o 8 gradi, meglio 10 se puoi. A presto!
Grazie :), fatto.
facci sapere come è andata 🙂