coltivare e riflettere

Coltivare e riflettere: approfittare dell’immobilità

Coltivare e riflettere in queste strane giornate, che sembra d’essere proiettati in una scena di film. Spegneranno le telecamere e potremo tornare a casa dopo un bell’abbraccio collettivo?

Coltivare e riflettere

Le mani miscelano la terra, la mettono nei vasi e rincalzano le piante per renderle stabili: per fortuna che sanno loro cosa fare. Ci vuole poco a rinvasare una pianta o a rabboccarle il terreno se ne manca un po’. Ma se loro, le mani, non sapessero farlo da sole, di certo non ci riuscirei.

Non ne voglio parlare, non ci voglio pensare, devo essere positiva: io sono nata ottimista! Eppure il pensiero è dentro una bolla e galleggia. Paura? No, non riesco nemmeno a crearla la sagoma della paura, per quanto tutto è irreale.

Da qui non si sente la musica delle diciotto e nemmeno gli applausi di mezzogiorno. Uccellini che cantano, l’usignolo è tornato e i buchi fra le nuvole sono già fondale pronto per le rondini. Tutto è normale.

Tutto normale

Così normale che non sembra vero. Continuiamo a coltivare e riflettere.

Unica novità: abbiamo chiuso il cancello. Ha tentennato un po’ prima di riuscire a strapparsi dall’erba alta in cui era incastrato. Lui è quasi finto, non lo sa fare il suo mestiere di chiusura. L’abbiamo chiuso a malincuore ma ci sono persone che non capiscono la necessità di restare isolati.

Fa impressione non aspettare più nessuno, come fa meraviglia tutto questo tempo a disposizione. Se non ci fossero le quintalate di compiti che arrivano da whatsapp si potrebbe pensare tutto il giorno, meglio studiare le tabelline tutto sommato.

Lontananza

Adesso chi è lontano è DAVVERO lontano. Le tre ore di Italo diventano un tempo impossibile e pesano gli abbracci non dati. Le relazioni sono attaccate al contatto telefonico.

è primavera nonostante tutto!

Realtà

dopo aver galleggiato nella bolla con anche un pochino di piagnucolamento, ho realizzato che siamo una razza sconsiderata ma molto robusta, che questa batosta può anche farci apprezzare quello che abbiamo e che se ce l’hanno fatta i genitori che aspettavano mesi e mesi le notizie dall’America, posso farcela anch’io che con skype posso pure vederli i miei cari.

prima o poi

…e quelli che non posso vedere e sentire posso immaginarli e accompagnarli con il pensiero, che poi le occasioni perdute potranno tornare, in questa o in un’altra vita.

lei sta lavorando per noi

.

Pubblicato da

millaboschi

Sono Milla, contadina da sempre, floricoltrice da 21 anni.

4 commenti su “Coltivare e riflettere: approfittare dell’immobilità”

  1. Buon pomeriggio Milla,
    in questi giorni anch’io sto ” riassettando ” le mie piante e le mie piante e le mie aiuoline e dentro me dico che quando abbiamo deciso di venire, parecchi anni fa, a vivere definitivamente in quella che era la casa di campagna dei mie nonni ( il nonno è nato qui ). Qui possiamo permetterci di passeggiare nei boschi, mio marito coltiva le verdure nell’orto e possiamo, volendo, sederci tranquilli nel giardino magari abbracciandoci, gesto che purtroppo in questi tempi difficili è negato a molti. L’unico dispiacere è per la mia mamma che è sola e vive in un condominio. Le ho chiesto molte volte di venire a stare qui, per qualche tempo ma lei non ama molto la campagna e non ne vuole sapere. Meno male che il telefono ci tiene in contatto, infatti se ci penso non ho mai scambiato così tanti messaggi con la mia nipotina come in questi giorni. Finirà e forse chissà ne usciremo tutti migliori. Lo spero vivamente. Alla Prossima

    1. cara Ornella, ne usciremo cambiati, ammaccati sicuramente, ma molto più consapevoli. Non tutti, sarebbe peccare di ottimismo sperarlo!
      Sappiamo bene che l’immobilità si trasforma in un bel viaggio interiore o in una gran rabbia da prigionia. Sono stata immobile altre volte e sono grata per le mie costrizioni che mi hanno portata in luoghi molto belli dove non sarei arrivata correndo. Mi auguro che anche questa volta sia così.
      Grazie per aver scritto dei suoi luoghi del cuore.
      Buona coltivazione e tanti abbracci

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