Stapelia gigantea, il fiore misura da 29 a 39 centimetri di diametro da punta a punta.
In quanto persona “media” detesto elogiare il fiore più grande, il più piccolo, il più vecchio, il più caro… il più o il meno, in generale. Evviva la normalità, il regolare e il non appariscente, però di lei che dire?

E’ il gigante della famiglia asclepiadacee, quella che fa innamorare anche i più restii all’osservazione attenta. Il fiore certo non passa inosservato e nemmeno i boccioli che sono grossi come uova d’oca. Fioritura a tardo autunno, che dura circa un mese. Quanto siamo distratti dai lavori di ricovero delle piante, eccola là, si sporge dalla mensola, oltre la vasca di coltivazione e si apre all’ultimo sole.

Puzza poco per la sua dimensione, ci sono asclepiadee di un centimetro di diametro che “si sentono” molto di più, ma i mosconi arrivano a frotte, significa che puzza abbastanza per lo scopo. Sono loro a impollinarla, mai vista un’ape che amasse la puzza di carogna o una farfalla coraggiosa. Solo mosconi da carne. Quelli verdastri che fanno anche un po’ schifo nella loro cangiante bellezza. Schifo per il ruolo, mica per altro.
Stapelia gigantea è un’asclepiadacea sudafricana. Il corpo della pianta è alto un massimo di 20 centimetri, a sezione quadrangolare, portamento eretto e crescita strisciante, abbastanza insignificante quando priva di fiori.
Ama terriccio ben drenante, posizione a mezz’ombra e non disdegna qualche concimazione. Poco azoto come per tutte le grasse. Se presi da smanie di rapida crescita esageriamo con l’azoto, lei non fiorirà, produrrà solo nuovi corpi. Ho provato a coltivarla al sole e all’ombra, per sperimentare quale esposizione producesse le fioriture migliori. In pieno sole diventa rosso scuro e si ustiona, all’ombra non riesce a fiorire. Il sole del mattino mi sembra la soluzione migliore.
Come si riproduce?
dopo la fioritura si formano grossi baccelli pieni di semi piumati (come quelli del tarassaco, i cosiddetti soffioni). Occorre tenerli d’occhio perché all’apertura il vento li disperderà in pochi minuti. Si fanno trasportare attaccati al loro ombrellino volante per conquistare altre terre, decine di Mary Poppins all’avventura. Noi seminiamo a marzo-aprile, quando le giornate si allungano ma anche durante l’estate. Crescono in fretta e fioriscono già il secondo anno. Per accelerare i tempi si possono riprodurre per talea, da marzo a settembre.
In serra abbiamo due piante madri, provenienti da due vivai diversi. Sono simili ma non uguali. Come si vede dalle foto, l’ultima, quella col bellissimo micio arancione, è diversa. le punte dei petali sono leggermente più scure, e più scuri i disegni sul fiore.
Che cosa temono? solo tre cose
- il gelo
- la botrite
- la cocciniglia
Da noi passano l’inverno a 6° senza problemi. Occorre controllarle spesso e, in caso di cocciniglia, pulirle bene con un pennello o fare trattamenti adatti. (Sapone di marsiglia diluito in acqua, macerato d’aglio oppure insetticidi chimici). La botrite si previene utilizzando terriccio drenante, annaffiature adeguate e soprattutto coltivandole in luoghi ben arieggiati.

abbiamo in vendita in serra e online piante figlie di quelle fotografate. Meglio su ordinazione.
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magnifiche !! e molto interessante l’articolo (come tutti quelli che pubblichi, del resto!)
grazie, ci metto tutta la passione che ho!! Le piante non mi deludono mai 🙂
ho diverse piante di stapelia, perchè a un certo momento mi diventano “mence”? ho provato di tutto, annaffiare poco, nulla, tanto…niente! quello che me le ha vendute ha detto che anno preso il freddo…(in serra)? ma la mia amica la teneva in casa: idem..grazie del consiglio..
Le stapelie non sono piante semplicissime, necessitano di una minima invernale di 7/8 gradi anche se, a causa di un termoconvettore mal funzionante, quest’anno le nostre sono sopravvissute benissimo a 4 notti (non consecutive) a zero gradi. Sono molto sensibili alla botrite, per mantenerle bene occorre areare moltissimo i locali dove passano l’inverno. Col freddo e le nebbie si tende a tenere tutto chiuso e non è sano.
Possiamo anche aiutarle con trattamenti anticrittogamici ma, se si ha cura di cambiare l’aria ogni giorno, non servono. Noi le ricoveriamo perfettamente asciutte in autunno e le aiutiamo con pochissima acqua solo se sono VERAMENTE disidratate, non più di due volte in tutto l’inverno. Tenga presente che siamo in una zona molto umida, diverse saranno le esigenze in zone più soleggiate e asciutte. Ogni serra e ogni stanza sono un microclima unico
grazie per la fiducia, buona coltivazione!