aloe: PADRE ROMANO ZAGO LA DEFINI’ PIANTA DEL MIRACOLO e da allora la sua ricetta ha fatto il giro del mondo.
Amo il mio lavoro, coltivo piante grasse e officinali, tra le migliaia che conosco e riproduco c’è anche l’aloe, anzi molte varietà diverse di aloe. Ritengo importante che ognuno faccia il suo mestiere, al meglio e con onestà. Per questo non parlerò degli effetti dell’aloe che copierei di sana pianta dal libro di padre Zago o dalla tanta letteratura più o meno seria che c’è in giro.
Da coltivatrice vi raccomando di coltivarvi da soli le piante che mangerete oppure di comprare piante biologiche o da persone di fiducia. NON COMPRATE DA FIORISTI se non hanno la certificazione biologica, le normative sui trattamenti consentiti per le piante ornamentali sono diverse da quelle per piante commestibili. Per le ornamentali non ci sono tempi di sospensione per cui si possono vendere quando sono velenose di anticrittogamici e insetticidi e si possono usare prodotti davvero nocivi.
Le ho viste in vendita in un noto discount con il cartellino che sul fronte diceva “pianta medicinale” in italiano e, sul retro, scritto piccolo piccolo in tedesco diceva: pianta non commestibile. Il prezzo totale era inferiore a quanto io pago (all’ingrosso) quella quantità di terriccio per biologico, come l’avranno coltivata?
l’Aloe vera (barbadensis) e la arborescens sono considerate antitumorali, vengono usate in cosmetica o semplicemente, a crudo, si possono mettere sulle ustioni per evitare la formazione della vescica. Il nostro bergamino indiano ci insegnò che un’aloe piantata sul lato destro della porta d’ingresso impedisce alle disgrazie di entrare.
Possiamo immaginare in climi favorevoli le dimensioni fantastiche delle aloe in piena terra. Da noi occorre tenerle in vaso e ripararle ad almeno 3 o 4 gradi sopra lo zero. Forse è per le dimensioni ridotte delle piante che qualche volta le disgrazie passano.
Alla fine involontariamente mi è anche scappato di elencare qualche uso, nessun problema non ho svelato tutto, ce ne sono tanti altri da chiedere a medico ed erborista.
In serra coltiviamo molte varietà di aloe, la jacunda per esempio, adattissima per chi ha poco spazio, la marginata che ha una bordatura rosa lungo tutta la foglia, la saponaria, un tempo usata per fare sapone. I nuovi ibridi hanno foglie a margine dentellato colorato molto interessante per chi non coltiva solo piante naturali ma ama gli esperimenti umani. Molto interessante la dichotoma, albero maestoso che in questo periodo potete vedere in uno spot pubblicitario, sempre che non vi facciate distrarre da Jonny Depp che si toglie gli ori e li seppellisce fra i due esemplari.
Si riproducono da seme come tutte le piante ma il modo più rapido è prelevare i getti laterali.
Noi li tagliamo con un coltello affilato quando hanno almeno un anno (non piccolissimi), li lasciamo asciugare all’ombra e all’aria per almeno una settimana, meglio due, e poi li piantiamo in terra asciutta e aspettiamo ancora 15 giorni prima di bagnare. In questo modo non occorrono fungicidi per evitare le muffe. Se il taglio è ben cicatrizzato la pianta rimane sana. NON OCCORRONO ORMONI RADICANTI, la natura sa fare benissimo il suo mestiere senza artifizi. La pianta contiene i suoi ormoni radicanti e butterà radici perché ha voglia di vivere. Unica difficoltà nella coltivazione potrebbe essere il cambio di stagione. Finito l’inverno, quando le riportiamo all’aperto, bisogna trattarle come persone di pelle chiara, proteggerle dal sole del mezzogiorno che le potrebbe ustionare irreparabilmente. Se non avete posti a mezz’ombra proteggetele coprendole con un tulle. Va benissimo quello che si acquista in metratura oppure quello delle confezioni regalo, in questo modo riciclerete anno dopo anno tessuti che di solito si buttano. Basta coprirle per una decina di giorni, riprenderanno colore e si abitueranno all’estate.
Per i collezionisti l’elenco potrebbe procedere per ore, elenco noioso per chi è arrivato fin qui inseguendo “solo” la pianta del miracolo. Potrete trovarne altre qui:
http://castellarocactus.altervista.org/joomla/


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