Danni del gelo tardivo, ossia, cerchiamo un motivo superficiale per lamentarci.
Mi dispiace molto (e quindi mi lagno) che non esista più il mestiere della prefica. Sarebbe proprio un lavoretto adatto a me. Il 2017 è un’annata anomala, e questa affermazione va bene, cambiando la data, per tutti gli anni che viviamo. Succede sempre qualcosa che non ricordiamo sia già successo: più caldo, più freddo, il vento…
I giornalisti elencano gli shock e i più più….che poi, se finisci di leggere l’articolo, il “mai successo” del meteo, si riferisce al massimo a un periodo di 50 anni. Sono tanti rispetto all’età di questa grande tartaruga che ci sorregge? Sono solo una caccholina nell’infinito!
2017: primavera anticipata, caldissima, e poi, dopo Pasqua, il ritorno alla normalità.
La temperatura è scesa di circa 12° la notte e anche di giorno, all’ombra fa un freddo cane. Si continua però a ustionarsi in pieno sole. Le piante avevano un gran bisogno di uscire dalla serra, le hoya erano cotte a puntino dal gran calore di marzo (!!!) e quella che chiamo “serra fredda”, ha tirato fuori la sua vera anima di garage, rischiando di far eziolare le piante.
La verità nuda e cruda è che, con strutture da dilettanti, la gestione di ogni piccola bizza stagionale, comporta grandi attenzioni e fatica! Le mega serre con aperture automatiche, se ne fregano delle quisquilie stagionali, noi no. Abbiamo portato all’aperto le piante, che ne avevano un gran bisogno, e poi le abbiamo riportate al calduccio. “Fare e disfare è sempre lavorare” diceva la nonna, che probabilmente aveva un’età e una forma fisica, che le permettevano solo di fare lavori a maglia, con rassegnazione e noia mortale.
Danni rimediabili
Ho qualche foglia di Kalanchoe cotta dal gelo, siamo arrivati a zero gradi di notte, per una settimana. Il Plectranthus coleoides (falso incenso) ha seccato completamente i germogli nuovi, come le viti e le patate.
Per quello che riguarda la vite, mi sembra che possa ricacciare fiori. Ritengo molto più grave essere costretta a comprare acqua minerale perché l’acqua del rubinetto sa di cloro da fare schifo.
un po’ di poesia?
Penso che sarebbe stupendo accendere i fuochi per riscaldare la vigna come stanno facendo a Belluno. Posso solo immaginare la bellezza di filari nel fumo, illuminati dai falò. Sarà meraviglioso come la nebbia nei vigneti? Sembra strisciare tra le andane e tentare di alzarsi, senza riuscirci, trattenuta e strappata tra i fili di ferro e le foglie.
Immagino non sia tutta poesia l’accensione dei falò, deve essere una bella fatica, e mi viene in mente la canzone di Graziani:
Illuso, romantico e fesso – lui mi rispose – i fuochi di cui stai parlando sono fari puntati sul campo dei trattori che stanno trebbiando.
Politiche agricole dissennate
Comunque, tornando al lamentio, direi di tirare qualche conclusione. Si è strinata qualche foglia, probabilmente ci saranno danni, ma se non si vive di produzione vitivinicola, occorrerà ammettere che la crisi pesante dell’agricoltura ha motivi diversi dalla “stagione”. I contadini hanno sempre superato con coraggio le intemperie, tirato la cinghia e aspettato l’anno successivo per avere un nuovo raccolto. Però se le politiche agricole dissennate li tengono appesi per i piedi…resistere è un tantino più difficile.
Non sono danni del gelo tardivo!
Spero che nessuna azienda che già stava in bilico, debba chiudere, sarebbe citata come responsabile questa leggera “brinata” e …non lo è !!! La grandine arriva un anno ma poi, statisticamente, per un po’ ci lascia in pace, le importazioni selvagge di porcherie fuori controllo, invece, rovinano ogni nostro buon raccolto, da molti anni, ed ecco che mi viene voglia di lamentarmi a gran voce…sarei stata un’ottima piangitrice!
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