Profumi e puzze: proviamo a raccontare l’esperienza olfattiva in serra.
Le amo, sono meravigliose, simpatiche, resistenti e resilienti, ok, però non tutte sono profumate fino alla commozione, alcune puzzano proprio tanto.
Non possiamo dire di conoscerle se non le abbiamo mai annusate.
E’ finita la stagione delle superbe fioriture di echinopsis, profumate o inodori a seconda delle varietà.

Finite le notti profumate di vaniglia dalle grandi corolle di Hylocereus

A novembre basta socchiudere la porta per restare sorpresi dalla zaffata di Crassula marnieriana in fiore.
Caprone di montagna sudato! Solo questo mi viene in mente per descrivere il sentire di questi fiori, piccoli, graziosi, sobri e… caprini!

La Crassula namaquensis invece ha un lievissimo profumo di limone

Le asclepiadecee da giugno in poi simulano putrefazioni invitanti per i mosconi, ma non per il nostro naso. Basta un piccolo piaranthus di 2 cm di diametro per simulare una carogna nascosta tra le piante. I mosconi arrivano a frotte, completamente inebriati e depongono le uova in quello che credono un buon alimento per i piccoli che nasceranno. Trattandosi di mosconi da carne può anche fare un po’ schifo, ma bisogna ammettere che al moscone non manca l’istinto della cura parentale e nemmeno all’asclepiadacea, che si garantisce semi per perpetuare la specie.

Oltre a questi fiori profumati o puzzolenti per attirare impollinatori, ci sono piante che odorano apparentemente senza scopo, solo per il piacere di dare.
Mai annusata una Crassula elegans? Non il fiore, il corpo! Profuma di liquirizia, tanto da far venire l’acquolina.

L’aeonium velours invece profuma come una casa invasa dalla malinconia di voci perdute, un profumo buono, di qualcosa che è stato.

Non limitiamoci a guardare le piante, annusiamole anche, magari a occhi chiusi!
Ci stupiranno con profumi e puzze, ma sicuramente anche con sensazioni inaspettate.