Sedum spectabile pianta medicinale dei vecchi giardini

Sedum spectabile è quella pianta grassa che trovate nell’angolo più trascurato dei vecchi giardini.

L’autunno è il trionfo dei Sedum spectabile (e non solo, sono tantissimi gli ibridi interessanti di sedum), se è asciutto danno il meglio, se nebbioso, i fiori presenteranno sicuramente qualche muffetta, ma saranno belli comunque.

Oggi parliamo dello “spectabile” perché è il più diffuso, quello ormai autoctono di diritto.

Altezza dai 30 ai 50 centimetri, a seconda della composizione del suolo e della concimazione che gli daremo, foglie ovato-spatolate verde pallido riunite in gruppi di 2-3 ogni nodo, fiori rosa con sfumature malva, riuniti in corimbi larghi fino a 10 centimetri. Fioritura autunnale.

Mi meraviglia sempre  scoprire che anche le piante dei giardini “poveri”, di campagna, quelli costruiti con  scambi e mai acquistando, arrivino da così lontano. Nello specifico, lo spectabile arriva dalla Cina (in tempi non sospetti), nelle vecchie case dell’Appennino parmense.  Nessuno della mia famiglia ricordava come fosse arrivato lì.

A casa mia se ne era persa (o forse non c’era mai stata) l’informazione circa l’uso medicinale, però l’uso  si poteva indovinare perché cinquanta anni fa, in campagna, erano pochissime le piante coltivate solo a scopo decorativo. Le foglie di Sedum spectabile , private della pagina sottile superiore, servono per disinfettare le punture di insetto. Evitano il formarsi di “ponfi” dopo un prelievo di zanzara, e non è poco in pianura padana.

Sedum spectabile, tolta la pellicina superficiale si appoggia la foglia sulla puntura d'insetto
Sedum spectabile, tolta la pellicina superficiale si appoggia la foglia sulla puntura d’insetto

Un vecchio muratore la riconobbe come ” la pianta del fridi” cioè pianta delle ferite, mi raccontò che in cantiere ne tritavano una manciata, la mettevano sulle escoriazioni, fasciavano il tutto  e continuavano  a lavorare.

I sedum sono la pianta jolly per l’angolo del giardino dove “non cresce niente”, dove non arriva l’irrigazione, o quello non ancora sgombrato dai rottami del muratore. Dedichiamo all’angolo-rottami un pensiero gentile e ne avremo grandi soddisfazioni. Se lo sgombero  non si può fare nell’immediato, non arrabbiamoci troppo,  sfidiamo la sorte avversa e decoriamolo!

Quel cumulo di materiale inerte è ben drenato, come una montagna di lava, per cui le piante grasse ci staranno benissimo. Scaviamo qualche buchetta e mettiamo terra oppure riempiamo quelle già esistenti oppure…affidiamoci alla povere portata dal vento e piantiamo direttamente i nostri sedum in quei piccoli anfratti che imitano egregiamente le crepe delle rocce.

Il risultato sarà sorprendente. Sono tante le varietà di Sedum resistenti al gelo, diverse per portamento, dimensione e colore. Scegliendo con cura si potrà ricoprire completamente la superficie da nascondere e creare un bel movimento di farfalle api e bombi. Questi ultimi amano questa fioritura in modo particolare. Se invece avete poco tempo per la ricerca di sedum “strani” o preferite fare altro, basterà un Sedum spectabile di partenza: taleando i rami in piena estate  e dividendo i cespi in primavera, ne avrete tantissimi esemplari in fretta. E’ piuttosto semplice anche la riproduzione da seme ma i semi non sono facilissimi da reperire.

Una caratteristica molto piacevole dei sedum rustici è l’accenno di vegetazione che si trova alla base dei vecchi rami, ancor prima che secchino. Sembra una garanzia per la prossima primavera.

Sedum spectabile, vegetazione autunnale
Sedum spectabile, vegetazione autunnale

 

Un bellissimo accostamento può essere fatto con Sedum sieboldii, però credo che potrebbe poi diventare un problema rimuovere il mucchio  di calcinacci perché…troppo bello!

Sedum sieboldii: erba Teresina. Crassulacea giapponese

Il sedum spectabile ha bisogno di una sola manutenzione annuale, nel tardo autunno avrà bisogno di essere “pulito” dai rami secchi e dalla foglie marcescenti che saranno sul terreno intorno alla base. Non è un’operazione indispensabile per la vita della pianta, però le darà un aspetto ordinato e pulito.

Se avete una buona manualità potete utilizzare gli apici fiorali per ghirlande e centrotavola invernali. Per questo scopo, è meglio raccogliere i fiori ancora belli colorati e farli seccare in luogo asciutto e arieggiato. Seccando sulla pianta possono diventare opachi per la nebbia della stagione.

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Sedum sieboldii: erba Teresina. Crassulacea giapponese

Sedum sieboldii: crassulacea giapponese resistente al gelo, semplice, graziosa, senza prestese.

in vendita qui: https://www.castellarocactus.com/catalogo-crassulaceae/

Sedum sieboldii è sicuramente una delle “grasse” più popolari che conosco.

Onnipresente nelle vecchie case, è arrivata da lontano senza tanto chiasso. Ognuno le dà un nomignolo diverso,  tutti vezzeggiativi, forse per il suo aspetto così “ricamato”. Mia suocera la chiamava  Teresina, la dimenticava in un angolo per tutta l’estate, per poi riscoprirla in autunno.

A novembre dà il meglio, le foglie azzurrine, a verticilli di  due o tre, virano al rosso, con sfumature dorate, poi ogni apice si decora di un pon pon composto da decine di fiorellini rosa. Non chiede nulla, se la rinvaseremo al momento giusto (senza rimandare per anni), e se la concimeremo  (meglio utilizzare preparati poco azotati), ci regalerà foglie più grandi e grasse e fiori più “grossi”, se non la cureremo per niente, vivrà ugualmente e fiorirà…nonostante noi.

Viene dal Giappone. I giapponesi sono considerati i maestri delle cultivar, creano continuamente ibridi che appassionano milioni di persone nel mondo, e ne deludono  altrettante,  per l’innaturalità e la fragilità di questi ibridi. La loro “Teresina” invece, tutta naturale, conquista anche chi non colleziona succulente, con la sua versatilità.

Noi la coltiviamo in terriccio da piante grasse, ricco di materiale inerte, sta bene anche in terriccio universale o argilloso, devo ancora trovare un composto che non le piaccia. Nei vasi appesi fa un figurone, ricadente sul davanzale sembra il vestito a balze di una ballerina gitana. La forma variegata crema è leggermente meno vigorosa, ma altrettanto indistruttibile.

Finita la “fiammata” autunnale, gli steli seccano e rimane dormiente tutto l’inverno. Prima di fermare del tutto la vegetazione, prepara le nuove puntate per la primavera successiva, che rimarranno almeno tre mesi rasoterra, come affacciate sul nuovo anno.

Si può riprodurre dividendo il rizoma in tante parti, a primavera. Questo è un metodo che non mi piace,  le vecchie piante corpose sono stupende. La soluzione alternativa è sacrificare qualche ramo in estate. Si taglia alla base, si seziona piantando  sotto terra un paio di centimetri di fusto, fino al nodo di intersezione delle foglie, loro devono restare fuori ad assicurare la fotosintesi. Fatelo quando il fusto è “corposo”, a fine giugno. Se saprete curarla bene, con le annaffiature giuste, tenendola all’ombra fino a radicazione avvenuta, fiorirà già il primo anno.

Come manutenzione straordinaria richiede solo una pulitura per liberarla dai vecchi fusti una volta seccati. Non un solo motivo per non averla!

in vendita tutto l’anno in serra e online

Catalogo -Crassulaceae-

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